Intervista

• Quando e come hai iniziato?

  Michael: Dopo aver assistito a una lezione incredibilmente noiosa sulla storia della metallurgia svedese, in qualità di orologiaio, ho giurato a mia moglie che non sarei rimasto per sempre un restauratore di orologi e ho intrapreso il mio primo restauro di automi, per il quale sono state necessarie anche le sue capacità di scultore.

• Quali sono le tue principali fonti di ispirazione?

  Michael: Mi ispiro all'artigianato e all'arte dell'epoca d'oro degli automi francesi. Utilizzo tecniche tradizionali nei materiali e nei processi necessari al restauro e all'innovazione per supportarmi nel processo di ricerca e scoperta.

• Cosa significa per te “ben fatto”?

  Maria: Ben fatto non significa necessariamente alta qualità, significa che l'essenza della vita è catturata nella macchina automa, che si tratti di un semplice annuente o di uno scrittore sofisticato. In Scozia abbiamo lo spazio, l'aria pulita e l'atmosfera tranquilla, perfetti per l'elevato livello di concentrazione necessario per il restauro degli automi.

• Che tipo di consiglio puoi dare a qualcuno che vorrebbe fare il tuo lavoro?

  Maria: Per diventare restauratori di automi bisogna imparare ad essere tenaci e poi perseguire la perfezione. Credo che la domanda di restauro di automi sia molto elevata, ma la varietà di competenze necessarie per essere competenti è rara.